L’onorevole Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti, sottolinea come i giovani nuovi italiani, con la loro identità multipla, siano gli antesignani dei cittadini del futuro

Tra poche settimane prenderà il via il corso di formazione promosso dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con la Fondazione Nilde Iotti che affronta uno dei temi più importanti del nostro tempo, quello relativo alle “seconde generazioni”.
L’immigrazione ha già cambiato la società italiana e Reggio Emilia è senza dubbio una metafora di questo cambiamento. L’immigrazione, indotta da una necessità di carattere economico degli immigrati, è il motore di un cambiamento che arriva a toccare il modo di vivere e di pensare dell’intera collettività. È un cambiamento positivo, in cui la positività non si sprigiona in modo lineare ed automatico, ma è il frutto di strategie individuali, sociali e politiche. Per questo è importante conoscere e capire questo cambiamento: per essere protagonisti dell’Italia e dell’Europa della convivenza.
È importante conoscere i protagonisti, chi sono i nuovi venuti e come hanno messo radici nel nostro Paese. Quali lavori svolgono. Quali sono le domande sociali che pongono. Come cambia il quadro dei diritti e dei doveri, quali opportunità offre la nostra Costituzione e la legislazione Europea.
Ciò che ci sta a cuore è che la conoscenza metta in moto un sentimento, quello della curiosità verso l’altro o l’altra. La curiosità è l’antidoto della paura, è ciò che attiva la mente ed il cuore.
Essere curiosi degli altri, entrare in relazione con loro, costruire una reciproca conoscenza: questa è la fatica che la vostra generazione, una generazione multiculturale, a maggior ragione dovrà compiere.
Infatti “conoscersi e riconoscersi” è il nutrimento più prezioso per costruire relazioni umane significative e per essere cittadini del nostro tempo.
Far gioco di squadra, costruire alleanze, avere obiettivi comuni: questo è il bello della convivenza. Ed è anche la sua ricchezza. Insieme si costruiscono traguardi che al singolo risultano inimmaginabili. Insieme si possono vincere le battaglie contro la precarietà del lavoro, per la giustizia sociale, per una scuola interculturale, per la sicurezza di tutti.
Bisogna uscire dalla sindrome della tartaruga che si rifugia nel suo guscio. Bisogna navigare in mare aperto.
I giovani nuovi italiani – gli italiani – con la loro identità multipla sono gli antesignani dei futuri cittadini e anticipano una sfida con cui dovremmo misurarci tutti.

Livia Turco

Presidente della Fondazione Nilde Iotti

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