Nell’ambito della summer school “Generazioni 2”, questa mattina all’Università sono stati presentati gli esiti di un’indagine condotta in cinque scuole superiori reggiane dal centro di ricerca Rimilab

La scuola si conferma essere è un terreno fertile, dove giovani italiani e di origine straniera possono entrare in contatto e instaurare una relazione positiva: è quanto emerge da una ricerca condotta dal centro di ricerca Rimilab e presentata oggi all’Università di Modena e Reggio, nell’ambito della summer school sulle seconde generazioni “Generazioni 2” promossa dalla Fondazione Nilde Iotti, in collaborazione con Provincia, Comune di Reggio e Regione Emilia Romagna.

La ricerca è stata presentata dai docenti dell’Università di Modena e Reggio Dino Giovannini e Loris Vezzali,rispettivamente direttore e vicedirettore del centro di ricerca che si occupa in particolare di indicare la discriminazione e promuoverne il contrasto.

Dino Giovannini

L’indagine aveva l’obiettivo di indagare le relazioni tra studenti stranieri e italiani tra i banchi e di capire se, nel tempo, il contatto dovuto alla compresenza in classe si potesse trasformare in una relazione positivo. Quasi 400 questionari per misurare gli atteggiamenti sono stati somministrati a studenti di cinque istitituti superiori reggiani (Pascal, Motti, Filippo Re, Ipsia Lombardini e Scaruffi-Levi-Tricolore). “Il pregiudizio è un atteggiamento che fa parte dell’essere umano, tutti noi nutriamo pregiudizi di vario genere” ha spiegato Giovannini, sottolineando come quando si parla di “seconde generazioni” il fenomeno diventi ancora più complesso: “Si tratta di giovani le cui radici affondando in almeno due culture diverse se non contraddittorie. Per questo la definizione di identità per loro può presentare criticità”. E’ anche vero che queste criticità possono, attraverso una valorizzazione della diversità, diventare un valore aggiunto: “Il bilinguismo è una delle ricchezze che questi ragazzi hanno, da non sottovalutare perché permette una lettura più profonda della realtà circostante”. Nel dettaglio della ricerca è entrato Loris Vezzali evidenziando come “le relazioni tra gli studenti italiani e stranieri siano mediamente positive e nel tempo potenzialmente in crescita”, lanciando anche un monito: “Il contatto, anche tra i banchi di scuola, va però agevolato perché da solo non è sufficiente a stabilire un atteggiamento positivo e di apertura”.

La mattinata di lavori per i 40 giovani allievi della summer school è proseguita con la lezione di Ingrid Stratti, docente universitaria a Trieste e direttrice del Cirsi (Centro internazionale per le ricerche e gli studi interculturali e del suo european office a Bruxelles) che ha sottolineato come “sia importante parlare anche dell’immigrazione italiana di ieri, fenomeno spesso ignorato quasi come una parentesi di cui avere vergogna. Invece è fondamentale per capire l’attualità del fenomeno dell’immigrazione. Nel mondo c’è un’altra Italia, fatta di 60 milioni di migranti italiani e loro discendenti”.

Donata Gottardi

Donata Gottardi

Nel pomeriggio con Donata Gottardi si è poi parlato dell’impatto del fenomeno migratorio sui sistemi di welfare e a seguire si è svolta infine una tavola rotonda, nel corso della quale diverse amministrazioni locali hanno raccontato le proprie esperienze di politiche per l’integrazione.
Sono intervenuti rappresentanti dei Comuni di Campi Bisenzio, Rosarno, Torino, Reggio Emilia oltre che dell’Ausl di Reggio Emilia.

 

La summer school prosegue nella giornata di domani e fino a sabato 29 settembre: con Marco Gestri si affronteranno gli aspetti giuridici della cittadinanza dei giovani di seconda generazione, in raffronto anche con altri Paesi europei; con l’economista Franco Mosconi si parlerà della relazione tra fenomeno migratorio, seconde generazione e sviluppo, mentre con Francesco Margiotta Broglio si affronterà il delicato tema degli aspetti religiosi in relazione ai giovani di origine straniera.

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