Il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria ha inaugurato questa mattina la scuola di formazione dedicata alla seconde generazioni, promossa dalla Fondazione Nilde Iotti, in collaborazione con la Provincia, il Comune di Reggio e la Regione Emilia Romagna

“Nella scuola italiana sono rappresentate 187 Nazioni, che significa una moltitudine di linguaggi, riti e ritmi di vita. Sono 711 mila gli studenti di origine straniera e il 42,1 per cento di loro è nato in Italia”. Sono alcuni dei dati richiamati dal sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria all’inizio della sua lectio magistralis, primo appuntamento della summer school  “Generazioni 2 – Le ragazze e i ragazzi di origine straniera: dinamiche sociali ed energie per lo sviluppo” promossa dalla Fondazione Nilde Iotti, in collaborazione con Provincia, Comune di Reggio Emilia e Regione Emilia Romagna. Nel corso del suo intervento, il sottosegretario Doria ha affrontato diversi temi e raccontato molto della sua esperienza personale a Napoli, come maestro in scuole di zone difficili: “Sono ottimista e credo molto in ciò che di positivo può portare l’incontro tra persone. Certo dobbiamo essere consapevoli dell’inevitabile diversità quando così tante etnie si trovano a convivere e dobbiamo cogliere gli interrogativi che questo quadro ci pone”. Il sottosegretario non ha mancato a questo punto di parlare dell’importanza “della lingua italiana, come lingua veicolare. Occorre però anche una lingua globale perché consente a tutti di fare un uguale e comune passo avanti. Per questo sono particolarmente apprezzabili sperimentazioni in scuole, anche elementari, dove alcune materie vengono insegnate interamente in inglese”.

La giornata inaugurale della summer school si è svolta nella sede del centro internazionale Loris Malaguzzi. Della summer school “Generazioni 2”, alla sua prima edizione, fanno parte 40 ragazze e ragazzi tra i 18 e i 35 anni provenienti da tutta Italia (sia italiani, sia di origine straniera), che grazie al contributo di personalità illustri provenienti dal mondo accademico e istituzionale avranno l’occasione di formarsi e confrontarsi su uno dei temi di maggiori attualità per il Paese, cioè la condizione delle cosiddette seconde generazioni: giovani che nascono in Italia da famiglie provenienti da altri Paesi o che arrivano qui in tenera età e che qui compiono i propri studi, ma che per lo Stato spesso sono “stranieri” a causa dell’attuale legge sulla cittadinanza, anche se i loro vissuti raccontano un’altra storia. “Per questi giovani chiediamo con forza il diritto alla cittadinanza – ha sottolineato nel suo intervento la presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini – dal punto di vista legislativo, ma anche nella vita quotidiana. Vogliamo che siano protagonisti della vita politica dell’Italia. E’ alle ragazze che guardiamo con particolare attenzione, perché sono quelle che più dei loro coetanei maschi rischiano di vivere forti contraddizioni. Penso ad esempio al velo, la scelta di indossarlo o meno deve essere libera, non un’imposizione. La loro libertà di scegliere deve essere garantita e rappresenterà poi la libertà di essere protagoniste della propria vita e anche della vita pubblica del Paese”. La presidente Masini ha infine evidenziato che “le difficoltà della convivenza non vanno sottovalutate, ma che allo stesso tempo sono i valori della solidarietà e della reciprocità su cui occorre puntare”.
Proprio da Reggio è partita lo scorso anno la campagna “L’Italia sono anch’io” capitanata dal sindaco Graziano Delrio con lo scopo di modificare le norme sull’acquisizione della cittadinanza italiana. La summer school vuole rappresentare un ulteriore contributo alla riflessione sulle potenzialità che questi giovani possono apportare al Paese.
“Reggio Emilia è un vero e proprio laboratorio sociale” ha detto Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti, ricordando poi che proprio la prima donna a ricoprire nella storia il ruolo di presidente della Camera “ci ha trasmesso una forte fiducia nei giovani. E’ sull’alleanza tra i giovani italiani e nuovi italiani che occorre investire per fondare oggi un nuovo patto sociale”.
“Responsabilità della politica è promuovere il dialogo” ha detto l’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi, mentre a proposito di Reggio come ‘laboratorio sociale’, a richiamare un dato positivo è stato l’assessore alla Coesione e Sicurezza sociale del Comune di Reggio, Franco Corradini: “Qui i bambini frequentano la scuola dell’infanzia senza distinzione di etnica o di ricchezza. Questo ci rende orgogliosi e possiamo anche dire di essere una città giovane, mentre i trend segnano un generale invecchiamento della popolazione”. L’assessore Corradini ha anche voluto ricordare “l’esperienza svolta in questi anni del centro interculturale Mondinsieme, in particolare nel contrasto alle discriminazioni”.
Dell’interculturalità come di un fatto quasi naturale ha parlato invece il prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Luigi Grasselli: “La ricerca e la comunità scientifica non vedono barriere di sorta, le idee da sempre circolano liberamente e questo ha fatto sì che al mondo ci fosse progresso, scambio e trasmissione di conoscenze”.

La prima giornata di attività didattica per i 40 allievi della summer school è entrata nel vivo già oggi. Nel corso della mattinata ha infatti tenuto la sua lezione Angelo Baiocchi, in un intervento che ha messo l’accento su come la mobilità verticale sia in grado di rendere più forti gli Stati e le società. Nel pomeriggio invece agli allievi sono stati forniti importanti strumenti di analisi demografica, grazie all’intervento del professor Massimo Livi Bacci, uno dei massimi esperti della materia a livello internazionale. Al termine della formazione i 40 giovani allievi della summer school avranno il compito di redigere un documento propositivo che verrà presentato pubblicamente nella giornata di chiusura, sabato 29 settembre, dalle ore 9.30 nell’aula magna dell’Università di Modena e Reggio (via Allegri, 9).

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